2017

Devo ammettere che ultimamente, pensando a me dietro una schermata contenente una pagina bianca su cui scrivere, mi sono sentito molto Sarah Jessica Parker in Sex and the City. Ma non comincerò questo articolo con “E quindi mi sono chiesta…“, proseguendo con numerose riflessioni incentrate sul sesso e sull’amore. Inoltre, credo che tra me e Carrie Bradshaw ci siano delle grandi differenze: non vivo a New York City, non so cosa siano delle Manolo Blahnik, né le possiedo, sono povero, e non faccio soldi scrivendo o con la mia creatività. Anche se in realtà, lo ammetto, in passato ci pensai a lungo, ma non con la scrittura, bensì con la musica; alla fine mi resi conto che non avendo un timbro vocale e la voglia di vivere come quella di Adele, non essendo bello e bravo come Leona Lewis ed essendo troppo giovane e troppo dilettante per poter duettare con Peter Gabriel, avrei dovuto trovare strategie alternative per poter fare miliardi esprimendo i miei sentimenti.

Mi sono quindi arreso, e penso che scrivere, cantare e fare qualunque genere di cosa per passione e non per fini di guadagno sia più che sufficiente e ugualmente appagante.

Come ogni anno, anche il 2016 è giunto al termine, e per ricordarmi meglio come avevo deciso di affrontarlo, ho riletto l’articolo di oggi, ma datato un anno fa.

La conclusione? Mi ero fatto troppe aspettative sul 2016.

Il 2015 si era concluso male. Il 2016 è un anno che non ripeterei mai più per intero. E a quanto pare non è così solo per me, ma una grande fetta della popolazione sembra esprimere dissenso attraverso gli hashtag e i tweet. D’altra parte basta anche pensare alla caterba di persone famose che hanno lasciato questa vita, alla guerra in Siria e ad una numerosa serie di tristi eventi che sembrano aver riportato il Mondo un po’ più indietro. Nonostante ciò, continua ad andare avanti.

Quindi cercherò di non pensare che gli anni bisestili portino sfortuna e che di conseguenza tra soli quattro anni le cose possano nuovamente andare a rotoli, e sarò confidente anche sul 2017 – le cose potrebbero andare sempre più a rotoli anche di anno in anno, ma non è questo il momento di discuterne, quanto di provare ad essere ottimista.

Se non mi sono laureato a novembre del 2016, sarà a marzo del 2017. Se non ho riposato abbastanza nel 2016, troverò più tempo per me nel 2017, prima di trovare lavoro. Se la mia vita sentimentale è stata un disastro nel 2016…rileggete la parte in cui cito Adele, perché non credo possa andare tanto meglio.

E’ stato un anno difficile, non solo per me, ma soprattutto per i miei amici, ai quali regalo un abbraccio forte e dono la mia ammirazione per essere riusciti a superare delle difficoltà che io da solo non penso avrei affrontato così solidamente.

Ma è un anno da cui dobbiamo cercare di trarre il meglio, per poter vivere più assiduamente quello che arriva.

Una lezione importante, impartita dal 2016, è che non bisogna dare nulla per scontato: può sembrare un discorso banale, soprattutto per i più grandi, ma non è così. E quando ci si ritrova nella situazione in cui, da un momento all’altro, non si hanno più certezze, allora si impara veramente questo valore. Il valore del dare importanza.

Di dare importanza ai genitori, che in alcune situazioni non potranno sostenerci e quindi ci spingeranno a cavarcela con le nostre gambe. Agli amici, che a volte non ci comprenderanno e ci faranno sentire soli, ma che non dobbiamo escludere per questo, perché non significa che non si stiano sforzando per fare il contrario.

Ma soprattutto, a dare importanza alle piccole conquiste.

Perché un giorno, una settimana o un mese, possono andare da schifo, ma questo non significa che lo è tutta la nostra vita. O che da quel giorno, quella settimana o quel mese non possiamo portare a casa nulla di buono.

Sono stati tanti i cambiamenti di questo 2016, e soprattutto quelli degli ultimi mesi. E quello che mi rende più soddisfatto, è sentirmi dire che anche io sono cambiato. Che sono diventato più maturo, più consapevole e più attento. Che ho imparato a dare importanza alle piccole cose e alle giuste persone. Ho imparato che non sarò mai solo davanti alle difficoltà e che le persone che mi amano, per quanto possano sembrare distanti, in realtà sono più vicine di quanto io pensi. Ho imparato che ci sono dei momenti in cui è giusto concedere un abbraccio, una carezza, o un bacio, e in cui bisogna dire “Ti voglio bene” a chi si ha davanti, perché può fare la differenza. Per quella persona, e anche per noi.

Bisogna imparare a celebrare, anche se si tratta di piccoli traguardi: la consegna di un camice, il primo giorno di scuola, la fine di un tirocinio, un pranzo più buono di altri, una serata più divertente, uno strumento o qualcosa che ha ripreso a funzionare, la stesura della bibliografia della tesi – lo so, è un chiodo fisso, ma vi assicuro che non è così facile! – …sono tanti piccoli traguardi, che però indicano una svolta, e un punto di inizio.

Ed è proprio questo il momento in cui ci troviamo: un inizio.

Ed è proprio così che dobbiamo ricominciare: da una svolta.

Vi auguro di alzare i calici stasera, e di celebrare!

Buon anno.

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