IoSonoCharlie

 Ormai tutti i giornali ne parlano e i social network continuano a postare immagini e stati inerenti all’argomento. Di tutto quello che succede nel mondo e di quello che è successo in passato, forse non tutti hanno sempre detto la verità o fornito le giuste notizie nella loro totalità, ma al momento ciò che è accaduto ieri, 7 gennaio 2015, sembra aver attirato l’attenzione di tutti i notiziari con titoli imponenti.

Devo ammettere che sono stato pervaso da tante emozioni ieri quando, tornato da un pomeriggio di studio universitario, ho avuto modo di ascoltare la notizia dai telegiornali. Tra lo stupore, il ribrezzo e i crampi allo stomaco, non so cosa abbia avuto la meglio su di me. Per porre fine al tutto, il mio lato razionale ha preso il sopravvento.

Ho pensato a lungo prima di scrivere questo articolo: non volevo che le mie parole fossero soggette a missunderstanding e venissi preso per il razzista o l’anti religioso della situazione. Quindi, ho cercato di ponderare a lungo e spero di non ledere alla persona di qualcuno (nel caso, mi scuso in anticipo).

L’Islam è una nazione, una nazione di terroristi dove i fondamentalisti islamici non fanno altro che conquistare l’Europa e l’Occidente con bombe, esplosioni e coltelli. Questo secondo l’opinione di molti, almeno. Credo che ci sia molta confusione a riguardo: essere musulmano non significa essere un terrorista. Fino a prova contraria, non ci sono proprietà transitive o sillogismi atti a dimostrarlo.

Possiamo ammettere che ci sia una forte componente estremista tra i musulmani, ma non credo che sia solo questo a giustificare quelle che vengono spacciate come azioni volte ad imporre la propria religione e che sono in realtà crimini contro l’umanità. D’altro canto, di componenti estremiste ce ne sono in ogni religione e anche i cristiani in passato, attraverso le Crociate, attuarono un vero e proprio piano di colonizzazione dell’Oriente (e non penso che l’unico interesse fosse quello di convertire l’intero mondo).

Articolo Scritto l'8 Gennaio 2015 in occasione dell'attentato a Charlie Hebdo

Voglio continuare a credere che qualunque persona, che possieda una coscienza e una mente pensante, sia in grado di andare contro la propria religione qualora si tratti di uccidere una persona. Sparare in testa ad un poliziotto steso a terra e ferito è un atto violento. Un crimine. Qualcosa che va ben oltre la religione.

Forse le vignette satiriche di Charlie Hebdo non venivano condivise da tutti, ma non mi sembra di non aver mai visto vignette di simil stampo che riguardassero il Papa, piuttosto che qualche altra figura di potere. E’ anche in questo che consiste la libertà di stampa, no?

Non voglio dire che bisogna rendere pan per focaccia, occhio per occhio, dente per dente e qualunque altro modo di dire che indichi il combattere il prossimo con le sue stesse armi (anche perché, altrimenti, quest’ultimo avvenimento significherebbe maggiormente una risposta esagerata ad una provocazione).

Sostengo, però, che la prima cosa a dover essere corrisposta è la tolleranza.

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