Dormire al contrario


 Ha un sapore diverso, fare colazione dopo un turno di notte: il primo pasto della giornata, quello più importante, diventa l’ultimo e il conclusivo.

Ha un gusto diverso andare a letto, mentre tutto il mondo si risveglia, e osservare tutte le contrapposizioni del momento: le luci dei lampioni che si spengono, lasciando spazio a quella del sole che schiarisce il cielo sempre di più; la sensazione di camminare in direzione contraria rispetto tutti gli altri: macchine, biciclette pedoni...tutti verso il centro città e procedere invece verso l’esterno, soggetto agli sguardi un po’ perplessi e ancora addormentati dei passanti; la magia dell’odore del pane appena sfornato, e delle brioche appena cotte, che si sostituisce a quello di fritto dei fast food aperti ventiquattr’ore.

Quell’odore di farina, di cioccolato fuso, di dolce preparato in casa, di alba e di famiglia, come quando si andava a casa della nonna e aveva qualcosa in preparazione nel forno, comincia a spandersi in ogni angolo e in ogni via.

Impossibile diventa resistere alla tentazione di entrare nel negozio più vicino, chiedere alla commessa con gentilezza un croissant e un caffè da asporto, e sorridere al suo augurio di buona giornata, quando di fatto dovrebbe essere di buona notte. Ma lei non lo sa, e forse vorrebbe tanto poter tornare a riposare, quindi ogni precisazione diventerebbe solo inutile e superflua.

Arrivare così a casa, ancora tiepida per il riscaldamento appena entrato in funzione, e sedersi al tavolo.

Assaggiare il primo morso e assaporare il primo sorso, diventa così un vero e proprio risveglio dei sensi: il tanto agognato pasto mette a tacere lo stomaco in ribellione; il primo sorso di caffè solleva lo spirito e i muscoli dall’intorpidimento, dovuto a una notte di lavoro e senza sonno, e sembra comunicare ad ogni cellula di rimanere sveglia ancora un po’.

Non c’è fretta.

Il rumore in lontananza del traffico, del vociare dei primi commercianti che aprono i negozi, si trasformano in un sottofondo musicale: un’ulteriore accompagnamento alla routine che per molti comincia, ma per altri invece finisce.

La luce del giorno comincia a illuminare naturalmente la casa, le luci non sono più necessarie. Dalla finestra il cielo ha preso colore e comincia a lasciare indizi: se sarà una giornata bella, oppure una brutta; se si potrà andare a camminare in centro, tra i boschi, o se sarà più consigliato rimanere nel calore della propria casa.

Sarà importante solo tra qualche ora.

Beato me, che non devo andare al lavoro! penso ascoltando il rumore della porta di casa del mio vicino che si chiude e il suono dei clacson che danno inizio ad un litigio senza parole tra le prime arrabbiature del giorno.

Salire quindi in camera da letto, emulare il calar del sole tirando le tende, permettere al calore delle coperte di lasciar prendere il sopravvento alla stanchezza. Abbandonare la testa sul cuscino e sentire la pelle sotto i capelli, sul collo e sulla schiena rabbrividire in quel senso di soddisfazione.

In tanti dicono che dopo un turno di notte, bisognerebbe andare a dormire subito, ma io non ci riesco.

Perché ha un sapore diverso, fare colazione dopo un turno di notte. 

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